La zebra, con le sue strisce, è un particolare mammifero dell’ordine dei perissodattili e della famiglia degli equidi, e può essere alta 1,5 metri e pesare da 2 a 4 quintali; il colore è molto bizzarro perché a strisce bianche e nere, proprio come il vestito di un detenuto…
Vive prevalentemente in Africa Sud orientale, mangia erba foglie e germogli, e la riproduzione restituisce un piccolo dopo una gestazione di 11 mesi.

Oltre alle strisce ecco cosa differenzia la zebra

La zebra ha tutte le caratteristiche di un cavallo normale relativamente al corpo, la criniera invece è breve ed ispida; possiede 3 dita, una delle quali più grande delle altre e con un’unghia enorme trasformata a zoccolo.
A differenza del cavallo la zebra non ama vivere in cattività, per questo corre libera solo in Africa, il suo habitat; qui grazie ai raggi del sole che creano spazi d’ombra e di luce il suo manto aiuta la mimetizzazione, permettendogli così di nascondersi dai grandi felini, sempre in agguato.
Le strisce bianche e nere quindi in molti casi salvano la vita a questi meravigliosi mammiferi.
Ne esistono tre specie differenti, la zebra di Bruxelles (la specie più comune), la zebra di montagnala zebra di grèvy.

La zebra è un animale molto combattivo; quando viene aggredita da un predatore sfodera calci e morsi, riuscendo spesso a mettere in fuga l’aggressore; le armi di difesa si basano su una discreta velocità ed un odorato fine, che molto spesso le consentono di avvertire in anticipo i pericoli.

L’unione fa la forza, anche per le zebre

In alcuni periodi le zebre si uniscono a gruppi di animali misti molto rigogliosi in prossimità di pozze d’acqua, per abbeverarsi in tranquillità vicino ad altre specie; vivono spesso a contatto con giraffe, struzzi, gazzelle, elefanti ed altri animali, e questo convivere presenta sicuramente dei vantaggi in quanto i punti di forza di ciascuna specie sono messi al servizio del gruppo per una migliore difesa dai predatori.
Spesso e volentieri diversi mammiferi sono vittime degli stessi predatori.

La sua vista non acuta le impedisce di fuggire dagli attacchi dei felini, per questo motivo mentre il branco pascola alcune zebre scrutano i pericoli nei dintorni, in modo da avvisare tutto il branco in caso di attacco, e fuggire; la zebra di pianura invece, per fuggire dai predatori, si ripara nei posti più alti, guadagnando una migliore visibilità.

La zebra e le sue strisce

La zebra deve la sua popolarità al particolare manto, fatto di strisce bianche e nere; è stata definita anche cavallo in costume, anche se il suo verso è molto più simile al ragliare dell’asino; il manto della zebra varia dal paese in cui proviene, ad esempio se è nata in nord Africa le strisce sono nere e ben definite, e si estendono trasversalmente lungo le zampe fino agli zoccoli; se nata più a sud le strisce comprendono anche bande marroni che non vanno oltre al ginocchio.

Le caratteristiche strisce bianche e nere del manto della zebra sono diverse in ogni individuo, proprio come l’impronta digitale dell’uomo; questo ha permesso agli studiosi di distinguere ogni singolo soggetto da centinaia di altri individui del tutto simili ma non perfettamente uguali.
Di seguito un video che spiega come i ricercatori sfruttino la diversità delle strisce di ogni soggetto utilizzandolo come un codice a barre:

Abbiamo scoperto così quanto utili siano le strisce “dipinte” nella pelle di questo animale, e come Madre Natura nella sua evoluzione abbia saputo aiutare anche le zebre nella loro lotta quotidiana per la vita.

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